Riguardo Vukovar

Con l’inaugurazione del Giorno del Ricordo della Caduta di Vukovar, il sindaco HDZ Penava, alcuni rappresentanti dei veterani come Josić, ma anche molta altra gente hanno iniziato a notare come oggi a Vukovar ci abitino tante persone quanti erano i lavoratori prima della guerra. Penava riporta questi dati: prima della guerra vivevano 45,000 persone, di cui 28,000 avevano un lavoro, oggi ne vivono 28,000, anche se i dati reali potrebbero essere attorno i 14,000 abitanti e sotto i 10,000 lavoratori.

CATEGORIA: POLITICA
21/3/2019 alle 23:23

Considerato che sono passati 20 anni (un quinto di secolo) dalla Reintegrazione Pacifica (Mirna Reintegracija), sarebbe assurdo anche per la destra continuare ad accusare i Serbi per la situazione attuale. Il problema quindi ha le sue radici nell’economia e nelle politiche di sviluppo croate. E allora cosa propongono persone come Penava e Josić per far fronte alla continua emigrazione dalla Croazia? Investimenti esteri! Non so se Penava e Josić hanno già sentito degli investitori stranieri in Croazia come: Leistritz, Lipovljani Lignum, Boxmark, Olimpias tessile, Calzedonia, Spar, Kaufland e altri nelle cui compagnie o a) sono scoppiati scioperi per le “fantastiche” condizioni di lavoro (Leistritz, Lipovljani Lignum) o b) i lavoratori devono prendere pastiglie per i dolori fisici e psichici che subiscono mentre lavorano per una miseria (Boxmark) o c) manca così tanta forza lavoro che la maggior parte dei lavoratori sono studenti (centri commerciali).

1. Radnički portal riguardo Leistritz.
2. Radnički portal riguardo Lipovljani Lignum.
3. Radnički portal riguardo Boxmark.


Una domanda retorica: la salvezza dell’economia di Vukovar, per impedire l’emigrazione, saranno gli investimenti di capitale straniero per poter dare lavoro a 500 persone con un salario minimo o di 3200 kn?
Pare che ad alcuni non sia ancora chiaro che il capitale straniero viene in paesi come la Croazia perche’ sono zone dove la forza lavoro costa poco, pensando di estrapolare un elevato plusvalore tramite uno sfruttamento dei lavoratori ancora piu’ elevato. Se Penava chiedesse all’investitore straniero di pagare dei salari in base al costo della vita, di siglare un Accordo Collettivo, di non permettere orari di lavoro straordinari, di permettere la libera associazione in sindacati ai lavoratori, di non siglare contratti a tempo determinato che durino piu’ di 6 mesi ecc…, l’investitore straniero se andrebbe subito e accuserebbe Penava di violare la santita’ della proprieta’ privata e’ della “liberta’” di accordo da datore di lavoro privato e lavoratore. Ovviamente, Penava non avanzerebbe mai queste proposte, in quanto non e’ un sindaco dei lavoratori, ma dell’HDZ.
Secondo, quello che Penava, Josić e molti altri si scordano quando rimpiangono la Vukovar prima della guerra, e’ che l’allora crescita e situazione economica di Vukovar erano basate su un’unica impronta socialista, ovvero un sistema socialista di accumulo del capitale. Questo significa che tutto il plusvalore che veniva prodotto non andava nelle tasche di imprenditori privati (stranieri o non) cosi’ da permetter loro di poter continuare a speculare e investire per poter sfruttare qualcun altro, ad esempio comprando yacht e ville, ma tornava ai lavoratori sotto forma di paghe decenti, case, ospedali pubblici, scuole, asili e tutto quello che serve per una persona di rimanere in citta’ e non di doversene andare per l’elevata disoccupazione, salari bassi, impossibilita’ di accedere alle cure, condizioni di vita sempre peggiori e impossibilita’ di avere una famiglia.
Dopo la scuola superiore i giovani lasciano la citta’ e il paese, come succede anche ai giovani di Osijek, Đakovo, Slavonski Brod, Sisak, Karlovac, Koprivnica, Zagreb, Lika, Istria, Primorje e Dalmazia.
Quindi se volete fare il bene di Vukovar, evitate di frignare e scrivere frasi astratta, unitevi alla lotta politica per consolidare la posizione dei lavoratori e liberare il paese dai parassiti capitalisti o meglio per sovvertire il sistema capitalista in Croazia. Senza di questo non ci sara’ alcun Osijek, Slavonski Brod, Sisak, Karlovac… pre-guerra. Questa lotta implica anche l’abbandono del nazionalismo, un’idea che devia la lotta popolare e dei lavoratori contro lo sfruttatore verso individui di un altro paese.

PER UN VUKOVAR DEI LAVORATORI!


Luka Resanović da radnicki.org


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